Il futuro del giardino botanico
Purtroppo devo constatare
che il valore del
Giardino Botanico e dell’ambiente è
in gran parte solo virtuale. Esso è
legato ai rivoli della burocrazia. Gran parte dei finanziamenti si
esaurisce strada facendo ed alle piante resta poco. Quasi tutti gli
anni si ripete la minaccia di restare senza fondi. Ma queste povere
piante interessano veramente a qualcuno? Spesso mi
viene da pensare che senza
finanziamenti, si lavora meglio e si risparmia.
A parte le considerazioni
personali, i
finanziamenti fin qui ricevuti sono stati utilizzati bene. Abbiamo
mappato ed informatizzato in maniera completa
il territorio molto esteso di Lucoli e collaboriamo con ottimi
centri di ricerca e con altri giardini botanici
con i quali abbiamo stilato dei protocolli di intesa per lo
scambio di materiali ed informazioni. Il nostro lavoro continua e si
vede.
Detto in maniera molto
semplice e riduttiva, la costruzione del Giardino è stata molto
faticosa come impegno di tempo e come risorse economiche in gran
parte personali.La parte visiva, quella strutturale, è solo la punta
dell’iceberg. Dietro c’è tanto lavoro per la ricerca, per
l’allestimento dell’Index seminum, per
la preparazione dell’erbario, per la parte burocratica, per
la manutenzione e per il coordinamento generale.
Devo anche constatare che il
Giardino Botanico non ha un ruolo istituzionale. Essendo
riconosciuto ufficialmente per gli scopi che si prefigge, potrebbe e
dovrebbe essere interpellato anche per pareri di impatto ambientale
sul territorio e per tutto quello che riguarda l’ambiente; ma questo
non è mai avvenuto. L’esistenza del Giardino Botanico
è aleatoria.
Tutto l’altipiano di Campo
Felice, pezzo per pezzo, viene demolito anno dopo anno.