Territorio & Ambiente                                            Progetto per un sentiero attrezzato

       C          Cenni di GeologiaTerritorioCurve
          La ricerca floristica, Censimento e mappatura.
          Monte Cefalone
          Monte Orsello
          La Valle del Puzzillo e Vena Stellante
          La Valle di Morretano
          Il Campitello
          da Sett’acque a Valle Maggiore
          La Valle del Rio
          Campo Felice

        Mappe del territorio

Cenni di Geologia

Dal punto di vista geologico, la maggior parte del territorio è  formato da calcare e rispecchia le caratteristiche delle catene Gran Sasso, Sirente e Velino. Sono visibili molte doline diffuse di piccola e media ampiezza.

Un  cenno particolare  va dedicato all'altopiano di Campo Felice. E' un antico letto lacustre situato a 1.550 m s.l.m, e gli ultimi residui acquiferi risalgono a circa 500 anni fa. E' chiuso a Est dal M. Cefalone, di origine tettonica con la faglia ben visibile; a Nord scende verso la valle di Lucoli mentre a Sud Ovest sfocia nella valle del Puzzillo e Vena Stellante. Le colline moreniche chiamate Centomonti, alte fino a 20-30 m. rispetto al piano, testimoniano antichi e maestosi ghiacciai fra i più alti d’Italia. Ad Ovest, verso il Valico della Chiesola, si forma il temporaneo lago nivale originato da falde affioranti e legato direttamente allo scioglimento delle nevi.

Gran parte della piana è formata da un substrato di  terreno soffice, a volte torboso,  fino a 50 cm. Da 50 cm a 100 si trova uno strato di argille bianche e molto fini che creano un fondo sul quale, in alcune zone, scorrono acque superficiali, creano ruscellamenti  e limitate zone umide temporanee  nelle quali si trovano ancora sanguisughe, tritoni e molti insetti acquatici.  Nei periodi umidi, è meta di passaggio di aironi, anatre, germani e gallinelle. In estate è meta abituale dei grifoni. Non è raro incontrare il lupo e molto più raramente è stato avvistato l’orso. Il sottosuolo è formato da un drenaggio fino ad oltre 150 m dove non ristagna nessuna traccia di acqua.

La piana è lunga circa 7 km e larga 1.  A ridosso dei campi da sci c’era la spiaggia del lago. Una rarità geologica. E’ stata distrutta per sempre dalla sciagurata politica speculativa generale. D’altra parte tutto l’altipiano risulta pesantemente bastonato da progetti che non hanno nessun rispetto per l’ambiente.

Ma torniamo al resto del territorio

Sulle vette più alte vi sono affioramenti  di Bauxite in sacche  non molto estese. Le più ampie sono state sfruttate negli anni 50-60  per creare lavoro in zona. Da esse sono state estratti approssimativamente  un milione di quintali di minerale con una percentuale in ferro al massimo del 60%. Raramente, si incontrano marmi bianchi o rosati, di bella struttura. Si ritrovano in piccole sculture delle nostre chiese. Sono sempre in piccole vene senza interesse nella zona di Campoli e Munito, I Marmari. Di tanto in tanto, vi sono anche rare tracce granitiche.

Più consistente è la presenza di arenarie che partono in lingue sottili da sotto Casamaina  sul versante Sud. e formano un prezioso tappo su tutta la dorsale fino a sfociare verso Sassa.  L’altitudine maggiore alla quale troviamo sedimenti di arenarie è Sett’acque, a 1900 m; questa zona, che rientra nei confini de L’Aquila, presenta diversi scorrimenti piccoli  ma formano micro habitat molto ricchi ed interessanti. Il tappo dà vita a numerose sorgenti e falde acquifere anche di buona e costante portata nella zona delle Ollane e Prato Lonaro. In questa zona, in occasione di alcune perforazioni, sono state evidenziate vene di marne scure molto compatte e durissime  fino alla profondità di oltre 150 m. Nella zona di S. Andrea si trovano alcune sedimentazioni di argille fossili scure ricche di  fossili.

Sui versanti  di Fossa Palomba, come verso il Velino, vi è una forte concentrazione di ceneri vulcaniche provenienti dalle antiche eruzioni laziali.  Si riconoscono dal luccichio che mandano camminando controsole.

Fossili di varia natura si trovano con frequenza nel territorio con concentrazioni maggiori in alcune zone. Sono stati rinvenuti a volte denti di squalo Nibbio, occhi di pesce e qualche riccio marino. 

Sedimenti morenici, a testimonianza di antichi ghiacciai,  si notano oltre che nella zona che forma i Centomonti, anche a Fossa Palomba, con un grosso fronte unico a valle  fino a Fontizio.

I brecciai li troviamo sull’Orsello e sul Puzzillo, dove sono più estesi e molto ricchi ed interessanti dal punto di vista botanico, con numerose colonie di sassifraghe. Anche a bassa quota, ai 1.200 m di Prato Lonaro, troviamo un piccolo brecciaio a cono con rupi, dove il recente terremoto ha provocato grosse frane. Anche questo ambiente ha conservato interessanti specie botaniche come Iris marsica

Le pareti rocciose e i macereti che ne derivano li troviamo sulle maggiori vette;Il Costone, l'Orsello, il Puzzillo, Pesticori e La Torricella.                                                                                                                                              

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La ricerca floristica, Censimento e mappatura

Bisogna necessariamente fare una premessa: nessuno di noi è botanico e quindi questo non è il nostro lavoro. Ognuno ha i propri impegni quotidiani e il tempo che dedichiamo ai fiori è quello sottratto al riposo e alla famiglia

Come abbiamo già detto, la ricerca floristica ha avuto inizio 10 anni fa con un censimento  su alberi ed arbusti mirato al territorio comunale. Delle specie fu fatto un elenco cartaceo. Successivamente, verso il 2004, con l’aiuto di alcuni amici, il materiale fu trasferito su schede informatiche. La creazione del Giardino Botanico ed il successivo riconoscimento nel 2004 da parte della Regione Abruzzo, ci hanno spinto a dare un significato diverso al lavoro che comunque andava avanti.

La scelta immediata è stata quella di mantenere la ricerca all’interno del perimetro comunale perché il territorio comunale di Lucoli è abbastanza esteso - 10800 ettari - e formato da una tale varietà di habitat e quindi non c’era motivo di sconfinare. Inoltre, eravamo e siamo convinti che se delineiamo con precisioni i confini della ricerca, si facilita il lavoro di chi gestisce poi a livello regionale i dati raccolti.

Infatti, pensiamo che questa scelta è valida solo se il frutto della ricerca si mette a disposizione  di esperti che gestiscono il materiale proveniente da tanti territori limitrofi, cosa che noi stiamo facendo collaborando con centri di ricerca.

All’inizio, la passione per l’alta quota ci ha portato a studiare da subito le vette più alte e quindi le rupi.

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Monte_CefaloneMonte Cefalone. Questa costa così ripida, con rivoli di ghiaia che solcano tutto il fianco, esposta a Sud, apparentemente arida e scarna, è stata esplorata varie volte. Si è rivelata molto ricca di essenze specialmente erbacee. A mezza costa, c’è un agrifoglio arbustivo,l’ultimo pioniere dell’antico lago. Gli è venuto a mancare l’habitat preferito, ma resisterà ancora con tenacia e chissà quale rabbia o speranza dentro di sé. Sulle ghiaie si trovano diffusi Lilium bulbiferum e Lilium martagon, molte specie della famiglia Apiaceae, citiamo in particolare una bella colonia di Cachrys ferulaceae  Ed il crespino (Berberis vulgaris), raro ma diffuso a ridosso della faglia, come pure il Ranno spaccasassi (Rhamnus pumila)  e il Caprifoglio alpino (Lonicera alpigena). Più in alto  si trovano colonie di Saxifraga  exarata subsp. ampullacea, Saxifraga oppositifolia e Saxifraga porophylla. In maniera sporadica e sempre dovuti all’antico lago, si trovano resti di Primula veris relegata in alcune insenature rocciose umide.

Monte_OrselloMonte Orsello.Il versante Nord-Est di Monte Orsello, a partire dall’Arco e proseguendo per la Valle della Portella, le Fosse del Matrone, le rupi , i brecciai, le radure, le praterie e le faggete che si susseguono, presentano ambienti molto suggestivi, con morfologia molto diversa e di grande interesse botanico, con una moltitudine di varietà sia arboree ed arbustive che erbacee. Non è presunzione dire che Monte Orsello da solo rappresenta una buona campionatura della catena Velino Sirente. L’esplorazione completa sarà difficile e lunga proprio per gli ambienti intensi e vari che presenta. Il versante Sud, è stato studiato solo in minima parte, come anche le zone rocciose basali sotto la valle di Casamaina. Il limite vegetazionale delle specie arboree  inizia a 1900 m s.l.m. Oltre troviamo solo rare formazioni arbustive di  varie essenze come il Faggio, il Sorbo montano, il Ginepro comune e il Pero corvino. Lo stesso limite, è valido per tutte le nostre vette.

Valle_del_PuzzilloLa valle del Puzzillo, stretta tra il versante sud del M. Puzzillo con la faggeta iniziale e il versante Nord della Cimata di Pezza, raggiunge salendo sulle creste il rifugio Sebastiani. Lungo il percorso, si incontrano belle colonie di Lilium martagon, Pulsatilla alpina e Silene roemeri subsp. staminea; sui grandi brecciai troviamo molte specie tipiche come Dryas octopetala, Crepis pigmea, Cymbalaria pallida, Linum capitatum, Daphne oleoides,  Heracleum sphondylium, Isatis apennina, Arenaria grandiflora, Hypericum richeri, Saponaria bellidifolia, Sorbus chamaemespilus e alcune specie di Saxifraghe. Sulle praterie delle creste Cynoglossum magellense, diverse specie di Allium, Silene multicaulis, Gentiana dinarica e Gnaphalium sylvaticum. A ridosso di Vena Stellante, un vero paradiso paesaggistico, Brassica gravinae, Scutellaria alpina. Drypis spinosa, Silene acaulis, Adenostiles glabra, Aster alpinus, Berberis vulgaris e anche la rarissima e docile Vipera orsini, presente in vari punti nella parte alta della valle del Puzzillo.

Scendendo verso Prato Capito possiamo scegliere fra la valle di Morretano  e la valle del Campitello, abbastanza simili per conformazione ed ovviamente presentano specie di flora  quasi  uguale:

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Morretano_PeschigoriLa valle di Morretano, si fa interessante nella parte finale esposta a Nord-Est con il bosco di Pesticori e le sue rupi e macereti immersi nella faggeta ombrosa; qui troviamo Ulmus glabra, Acer pseudoplatanus e Faggi secolari tra cui alcuni sfranti, abbattuti da gigantesche frane, fulmini e vecchiaia. Vi si trovano numerose specie relittuali e specie tipiche di ambienti sciafili come Paris quadrifolia, Actea spicata, Valeriana tripteris, Stellaria nemorum, Corallorhiza trifida,Convallaria majalis, Laserpitium latifolium, numerosi Hieracium e grande abbondanza di felci. Stiamo parlando del bosco più selvaggio ed aspro di Lucoli, con alcuni angoli veramente spettacolari.

Il_CampitelloLa valle del Campitello invece, a ridosso del lago della Duchessa, si presenta  con alcune creste che formano brecciai e macereti, un fondo valle con  rocce calcaree profondamente scavate dall’acqua dove troviamo colonie di Cystopteris fragilis, Rhamnus saxatilis, Solidago virgaurea e Rosa pendulina. Sulle creste, troviamo la più bella colonia di Silene acaulis del Velino, una colonia di Paeonia officinalis e centaurea ambigua in grosse quantità, oltre a numerose saxifraghe. Nella parte finale troviamo Ribes rubrum, Taxus baccata  ed Ilex aquifolium,in prossimità dei quali abbiamo trovato l’unico esemplare di Ruscus hypoglossum.

 

Sett’acque, Serralunga, il laghetto di Bagno, il Monte, l’altipiano di Campoli e Valle Maggiore. Di questo crinale lungo circa 13 km che possiamo definire come pascolo roccioso-arido, completamente spoglio, sono stati esplorati e solo parzialmente la Valle di Sett’acque e Valle Maggiore.  In alcuni punti sconfiniamo nel comune de L’Aquila.

SettacqueSett’acque è una vallata atipica, a circa. 1900 m s.l.m. ed è formata da un substrato arenaceo contornata da calcare. L’arenaria forma uno strato impermeabile e permette la formazione di piccoli scorrimenti e pozzanghere che a causa dell’eccessivo carico di bestiame sono sempre fangose e comunque generano un habitat atipico rispetto ai dintorni. Lungo i bordi troviamo una grossa colonia di Scutellaria alpina, Androsace villosa, Centaurea triumfetti, Chenopodium bonus-henricus, Geranium macrorrhizum, Galium magellense, Herniaria glabra, Allium phthioticum e Centaurea ambigua. Scendendo verso Terrarossa troviamo una bella colonia di Geranium sylvaticum, Tra i prati che sovrastano la frazione di Colle e Valle Maggiore troviamo numerose Orchidacee con l’unica colonia di Ophrys bertoloni, Vincetoxicum officinarum, grosse colonie di Silene vulgaris e belle colonie di Plantago atrata. A Valle Maggiore sono comuni  Valeriana tuberosa, Scilla autumnalis, numerose specie di Stachys, Nigella damascena, Adonis annua e Adonis flammea, queste ultime sopravvissute come infestanti di vecchie coltivazioni a grano, lenticchie, cicerchie e ceci, praticate fino a 40 anni or sono, Cytisus decumbens, Cytisus spinescens, Euphrasia salisburgensis e Linaria simplex; meno comuni Gagea bohemica e Viola kitaibeliana. Ai confini con L’Aquila una bella colonia di Euphorbia characias oltre a Serapias vomeracea, Anemone hortensis e Cistus creticus.

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Valle_del_RioLa valle del Rio inizia da Casamaina, è lunga circa 10 km e taglia in due il comune fino ai confini con L’Aquila. E’ stata esplorata a macchie. E’ formata da ambienti assai diversi come coltivi, incolti, prati, pascoli, boschi di varie essenze sempre poco estesi,  boscaglie e roveti, zone aride e zone umide o acquitrinose poco estese e più o meno temporanee. Il ruscello che vi scorre dentro, è attivo solo in corrispondenza dello scioglimento delle nevi o intensi periodi piovosi. Lungo il tragitto forma due piccole forre; una a S. Antonio (Pestio Cancelli) ed una più ampia a Collimento (Cottorò).Geologicamente si alternano parti con costituzione calcarea e poi marne grigie che aumentano man mano sui due versanti.

 Lo stato di conservazione della valle, dal punto di vista morfologico e vegetazionale, potremmo definirlo buono. Vi sono stati pochi e discreti interventi umani che ne hanno modificato la struttura. Diciamo che sono compatibili con l’attività rurale. Il problema di tutti gli scorrimenti superficiali che attraversano centri urbani è sempre lo stesso; si confondono fiumi e ruscelli con le fogne. La pessima struttura e manutenzione di fosse IMOF e  mancati depuratori come anche reti fognarie rotte da molti anni, trasformano il ruscello in fogna a cielo aperto maleodorante specialmente in prossimità delle strutture. Questo, in corrispondenza di tutti i centri urbani.

Tornando comunque alla parte verde, accenniamo per il momento solo agli ambienti ed essenze più significativi. Nella valle di Casamaina troviamo una bella colonia di Acer pseudoplatanus, un certo numero di esemplari di Rhamnus alpina a portamento tipico di “alberello” e roveti con prevalenza di Rosa Canina. Segnaliamo anche una colonia di Prunus mahaleb ben strutturata, più a valle Prunus spinosa. Su alcune rocce del versante sinistro,  scavate nei secoli, troviamo un micro ambiente proprio di altitudini superiori formato di Saxifraga paniculata, Viola eugenia, Armeria canescens. Nel percorso, troviamo ovviamente discrete colonie di Salix alba  fino a valle. Sotto Prato Lonaro, osserviamo una colonia di Gentiana cruciata e Gentiana verna mista a grosse colonie di Orchidacee con prevalenza di Orchis morio, poi Crocus biflorus e Juniperus communis, una delle rare colonie di Listera ovata ed esemplari sporadici della rara Salvia nemorosa. In corrispondenza della prima forra calcarea, aspra ed impenetrabile, si è spontaneizzata  una colonia di Junglas regia, la comune noce. Questa specie, che solitamente predilige terreni freschi, profondi e fertili come nella zona di Casavecchia, Colle, Collimento, in questo caso ha colonizzato spontaneamente un terreno povero, difficile e calcareo, fuori dalle regole comuni. Nei pressi di Collimento, dove termina la interpoderale, troviamo una colonia di Satureja montana. Questa specie aromatica, molto usata per condimenti vari, sul nostro territorio è sporadica e in piccole colonie verso il Monte ed a quote alte,1800 metri, sulla Torricella. Nella stessa zona troviamo anche sporadici arbusti di Cornus mas, facilmente visibili per la bella e precoce fioritura gialla e, scoperta recente, una discreta colonia di Gagea bohemica su una grossa roccia calcarea.

Dentro la forra di Cottorò c’è l’unica colonia relittuale di Tilia platyphyllos protetta dalla forra. Troviamo nello stesso ambiente anche colonie di felci, Hepatica nobilis, una bella cascata e qualche lavatrice.

Nella parte finale a fondo arenaceo, c’è un maggiore ristagno di acqua ed ovviamente troviamo specie di ambienti umidi, diverse specie di ranuncoli, giunchi, Humulus lupulus,  Pulmonaria picta, Filipendula ulmaria. Quest’ultima specie è considerata generalmente rara ma qui in realtà è abbastanza diffusa.

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Campo Felice

Campo_Felice

Una premessa. Non si capisce bene se la prossima galleria  preveda anche una variante alla strada attuale. Se è così, saranno distrutte le zone umide con alcune specie vegetali  uniche sull’appennino  ed in italia e quello che rimane del paesaggio. Speriamo che  qualche politico dal cuore tenero si commuova finalmente e ci ascolti.  Lo invitiamo fin da ora ad una visita guidata sulla piana nel mese di maggio-giugno.

Campo Felice  è senza dubbio un paradiso botanico con tante essenze di grande interesse, molti endemismi e specie molto rare. In primavera è una distesa sterminata di ranuncoli, genziane, viole, crochi, galium, leguminose e  una marea di altre specie che creano effetti cromatici splendidi in successione nel tempo.

Senza dilungarci troppo nella descrizione di questa parte del territorio peraltro già illustrata precedentemente, citiamo alcune fra le specie più rare e prestigiose presenti sulla Piana di campo Felice e nelle sue immediate vicinanze, ricordando che alcune di queste sono  probabilmente destinate a scomparire se verrà realizzata la variante alla attuale  strada SS696 che attraversa tutta la Piana e che dovrebbe collegarsi alla costruenda galleria fra Campo Felice e l'Altipiano delle Rocche.

Ajuga tenorei
Artemisia atrata
Bulbocodium versicolor
Klasea lycopifolia
Sesleria uliginosa
Ononis cristata
Myosurus minimus
Pseudolysimachion spicatum
Ranunculus auricomus
Ranunculus thora
Fritillaria montana
Festuca imperatrix
Ophioglossum vulgatum
Euphorbia gasparrini
Paeonia officinalis
Campanula bononiensis
Coristospermum cuneifolium
Teucrium scordium subsp. scordioides
Menta arvensis
Orchis spitzelii
Sedum nevadense
Unica stazione in Italia

 

Viola_eugeniae

 

 

 

Itinerari botanici
  

Peschio cancelli

Peschio Cancelli, di Enzo De Santis

 

La Valle di Morretano, la Torricella e il Monte Uccettu, di Marinella Miglio

 



    I brecciai della Valle del Puzzillo - In costruzione


    La fossa del Puzzillo e il Costone - In costruzione


    Monte orsello - In costruzione


    La cresta del Puzzillo - In costruzione


    Il Campitello - In costruzione


    Settacque - In costruzione


    Campo Felice - In costruzione


    Salendo a Campoli - In costruzione


    La faggeta - In costruzione


    Fra le boscaglie del fondovalle - In costruzione


    Lungo il Rio - In costruzione