La flora arborea e arbustiva La flora erbacea
Approssimativamente pensiamo di aver censito oltre il 90% delle specie presenti sul territorio.
La specie dominante è il faggio che copre quasi un terzo del
territorio ed oltre il 70% della superficie boschiva. Copre la fascia
altitudinale da 1200 fino a 1900 metri s.l.m. e riveste quasi
esclusivamente pendii con esposizione Nord, Nord-Ovest e Nord-Est.
Le faggete più vaste coprono tutta la valle di Morretano, Cerasolo,
e le Cese. Tutte le faggete sono state sfruttate per lungo tempo e
fino agli inizi degli anni 60 per ricavare legna e carbone. Le
carbonaie sono ancora ben visibili ovunque a testimonianza di una
economia rurale molto attiva e diffusa, estremamente dura e povera
vista dal nostro sistema di vita odierno.
Prevalentemente le nostre sono faggete a ceduo. Solo di recente
viene applicato il taglio ad alto fusto destinato alla
falegnameria. Sulla validità dell’uno o l’altro sistema c’è molto da
discutere. Per grandi linee l’alto fusto è economicamente più
valido, il legno che produce è più pregiato, crea boschi più
suggestivi e fruibili per i visitatori.
Il bosco ad alto fusto, per contro, inibisce il rinnovamento, non
permette la crescita di nuove piante, ha bisogno di una buona e
sistematica manutenzione, crea un bosco praticamente puro,
distruggendo altre essenze più vulnerabili che sono altrimenti
normali conviventi di un bosco naturale. E’ da valutare poi il danno
alla fauna che in esso trova meno protezione e minore cibo.
La vocazione naturale dei nostri boschi è il ceduo. Bosco misto
composto da aceri, olmi, sorbi, ciliegi , tasso, agrifoglio ed
arbusti come euonimus, rose, rovi, peri, meli, ginepri, cotognastri.
E’ vero che alcuni boschi di questo tipo sono impenetrabili,
selvaggi, producono un legname diverso, più scadente e difficile da
ottenere. D’altra parte permette la sopravvivenza di tante specie
che in esso hanno trovato l’equilibrio.
Se pensiamo che il tasso e all’agrifoglio sono rarissimi da noi e in
via di estinzione proprio per danni dovuti al taglio indiscriminato
e all’alto fusto. Anche la fauna in un bosco misto trova migliore
rifugio, ambienti per nidificazione, bacche e frutti in maggiori
quantità.
Insomma torniamo sempre sugli stessi punti di discussione. La natura
trova il suo equilibrio da sola. Quando l’uomo pretende di
manipolarla a suo vantaggio, può anche farlo, ma con accortezza, per
evitare che le si ritorca contro in mille modi diversi.
Un altro aspetto importante legato alla faggeta, è lo stretto legame
con la pastorizia e bestiame in genere. Tanti carbonai, erano
contemporaneamente pastori o allevatori che vivevano periodicamente
nel bosco. Per creare spazio al bestiame creavano le radure, ovvero
vallette, zone fertili disboscate per creare pascoli. Buona parte
delle radure, sono artificiali. Esse sono diventate con il tempo
parte integrante dei boschi e vi si trovano oggi un gran numero di
specie erbacee, oltre ad essere rifugio per animali ed uccelli in
genere.
La seconda essenza in ordine di estensione è la roverella. La
troviamo dalla zona basale fino a 1100 m. e forma boschi più radi,
occupa esposizioni miste. Anche questa specie è sempre stata
soggetta a taglio per uso domestico. Con la diminuzione della
pastorizia i querceti sono ora in espansione, stentata ma diffusa. I
territori che essa occupa, sono spesso poveri, aridi e rocciosi.
Convivente con altre specie di vario genere, come ginepro, acero
campestre, ciliegio, carpino nero e roveti. Anche su questa specie,
si notano in modo evidente i segni dell’intervento umano.
I boschi secolari, che formavano ambienti veramente spettacolari con
alberi giganteschi, contorti, quasi da favola, sono praticamente
scomparsi. Si notano alcuni rimasugli nella zona di Munito, Santa
Croce. Altrove, Peschio Cancelli e S. Andrea, sono sopravvissuti
solo alcuni esemplari grandiosi ma rari.
Appartenente alla stessa famiglia troviamo solo il cerro, in rari
agglomerati verso Prato Lonaro con alcuni esemplari sopra a
Casamaina spinti fino a 1500 m. di altitudine. Una colonia
assoggettata ad uso civico, si trova verso Cerasolo e non è ancora
esplorata.
Tutte le altre specie presenti sul territorio non formano mai grossi
agglomerati; sono boschi misti o essenze di bordura. Un cenno merita
forse il castagneto che fino ad un centinaio di anni fa occupava
territori più ampi. Segni relittuari li troviamo nella zona di Valle
Maggiore, dove sono rimasti anche cenni di felceti e ginestreti
sporadici e in via di estinzione, e a S. Andrea.
Nella fascia che parte da monte Munito, Peschiolo, Prata, fino a
Cottorone troviamo un bosco umido, fitto, con prevalenza di carpino
nero e presenza di Faggio, roverella,Euonimus verrucosus, Rosa
sarmentosa ed alcuni curiosi esemplari di Viburnum lantana, che a
causa dell’ombreggiamento raggiungono anche 6 m. di altezza.
La nomenclatura utilizzata è quella proposta in An Annotated Checklist of the Italian Vascular Flora di Fabio CONTI, Giavanna ABBATE, Alessandro ALESSANDRINI e Carlo BLASI (Palombi editori, 2005) e successiva integrazione (2007)
i colori autunnali dell'Acero nella zona dell'Arco
radici di Ginepro
Acer campestre
Acer monspessulanum subsp. monspessulanum
Acer opalus subsp. obtusatum
Acer platanoides
Acer pseudoplatanus
Acer pseudoplatanus var. atropurpurea
Ailanthus altissima
Alnus cordata
Amelanchier ovalis subsp. ovalis
Arctostaphylos uva-ursi
Berberis vulgaris subsp. vulgaris
Berberis thumbergii
Castanea sativa
Cercis siliquastrum subsp. siliquastrum
Cistus creticus
Clematis flammula
Clematis vitalba
Colutea arborescens
Cornus mas
Cornus sanguinea
Corylus avellana
Cotoneaster integerrimus
Cotoneaster tomentosus
Crataegus azarolus
Crataegus laevigata
Crataegus monogyna
Cydonia oblonga
Cytisophyllum sessilifolium
Cytisus decumbens
Cytisus hirsutus subsp. hirsutus
Cytisus scoparius subsp. scoparius
Cytisus spinescens
Cytisus villosus
Daphne laureola
Daphne mezereum
Daphne oleoides
Euonymus europaeus
Euonymus latifolius
Euonymus verrucosus
Fagus sylvatica subsp. sylvatica
Fallopia baldschuanica
Fraxinus ornus subsp. ornus
Hedera helix subsp. helix
Ilex aquifolium
Juglans regia
Juniperus communis
Juniperus oxycedrus subsp. oxycedrus
Laburnum anagyroides subsp. anagyroides
Ligustrum vulgare
Lonicera alpigena subsp. alpigena
Lonicera caprifolium
Lonicera etrusca
Lonicera implexa subsp. implexa
Lonicera japonica
Lonicera xylosteum
Loranthus europaeus
Malus florentina
Malus sylvestris
Morus nigra
Ostrya carpinifolia
Paliurus spina-christi
Pinus nigra
Pinus sylvestris
Populus alba
Populus nigra
Populus tremula
Prunus avium subsp. avium
Prunus cerasifera
Prunus cerasus
Prunus domestica
Prunus dulcis
Prunus mahaleb
Prunus spinosa subsp. spinosa
Pyrus communis
Quercus cerris
Quercus ilex subsp. ilex
Quercus pubescens subsp. pubescens
Rhamnus alpina
Rhamnus cathartica
Rhamnus pumila
Rhamnus saxatilis
Ribes alpinus
Ribes multiflorum subsp. multiflorum
Ribes rubrum
Ribes uva-crispa
Robinia pseudacacia
Rosa arvensis
Rosa canina
Rosa corymbifera
Rosa dumalis
Rosa montana
Rosa nitidula
Rosa pendulina
Rosa sempervirens
Rosa spinosissima
Rosa squarrosa
Rosa subcanina
Rosa tomentosa
Rubus caesius
Rubus canescens
Rubus hirtus
Rubus idaeus
Rubus ulmifolius
Ruscus hypoglossum
Salix alba
Salix amplexicaulis
Salix apennina
Salix caprea
Salix cinerea
Salix elaeagnos
Salix purpurea subsp. purpurea
Salix triandra
Sambucus nigra
Sorbus aria
Sorbus aucuparia subsp. aucuparia
Sorbus chamaemespilus
Sorbus domestica
Sorbus torminalis
Spartium junceum
Syringa vulgaris
Taxus baccata
Tilia cordata
Tilia platyphyllos
Ulmus glabra
Ulmus minor
Viburnum lantana
Viscum album subsp. album
Vitis vinifera subsp. vinifera